IL MIO “BUON LUNEDÌ” (Il caso non esiste)

Ieri io e il mio compagno siamo  arrivati in un chiosco, era abbastanza pieno e gli  unici due tavolini liberi sono stati occupati quando ci accingevamo a raggiungerli.

Quindi ci siamo guardati intorno abbiamo visto un uomo a un tavolino con due sedie libere e sia lui che noi abbiamo pensato e detto che comunque potevamo sederci lì e che per nessuno di noi sarebbe stato un problema.

Quindi ci siamo seduti, gli abbiamo offerto da bere e abbiamo iniziato a parlare.

A questo punto della storia vi faccio delle domande:

Secondo voi questo è casuale? Secondo voi è un caso che non ci fosse altro posto nel chiosco? È casuale esserci seduti proprio con lui, uno sconosciuto?

È casuale aver deciso di andare al chiosco proprio a quell’ora lì?

Per qualcuno di voi la vita funziona proprio così, una serie di abbinamenti dettati dal caso dove niente ha senso.

Ma sapete, in qualunque modo intendiamo la vita, essa apparirà proprio così!

Einstein ha scritto che la più grande decisione che possiamo prendere è se vivere in un universo amico o nemico.

Qualcun altro ha scritto che le anime programmano gli incontri prima che i corpi si vedano.

Comunque volete sapere che è successo?

Io, il mio compagno lo sconosciuto abbiamo iniziato a parlare, ma non del più e del meno.

Abbiamo parlato del fatto che siamo in questa vita per realizzare l’anima, che imparare ad ascoltare la voce del cuore è imprescindibile per vivere una vita che abbia un senso.

Che la nostra vita ha la  saggezza di condurci proprio lì, dove il nostro vero Sé desidera arrivare e a volte ci fa perdere tutto per farci ritrovare veramente.

Parlavamo di tutte queste cose e anche di più raccontando i nostri personali esempi con la sorridente sorpresa di parlare la medesima lingua.

E badate bene, tutti questi discorsi non coincidono con indossare abiti chiari e meditare in montagna, ma con la piena realizzazione in questa vita, con il realizzare l’abbondanza e metterla servizio della vita del prossimo, con il pieno potere di godere delle semplici cose, come bere qualcosa in un chiosco non con l’obiettivo di fuggire dalla propria esistenza percepita come vuota ma per entrare ancora di più, con maggiore coscienza, nelle più piccole cose di questa vita, che possono diventare frammenti di magica bellezza per cui essere grati.

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