La psicoterapeuta statunitense Virginia Satir diceva: “Ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere. Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute. Ci servono 12 abbracci al giorno per crescere”.
La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo che occupa due metri quadri della nostra superficie, il 70% della circolazione sanguigna e la quasi totalità delle terminazioni nervose.
La superficie della pelle possiede un numero enorme di recettori sensoriali che ricevono gli stimoli del caldo, del freddo, del dolore e del piacere; si ritiene che ogni cm quadrato di pelle contenga fino a 5.000 recettori, nelle mani e nelle dita il numero di recettori è di gran lunga superiore.
Come tutti gli altri sensi, se non è sufficientemente stimolato, perde di sensibilità. Più una pelle è accarezzata, più diventa sensibile e recettiva. Alcuni autori la considerano un contenitore psichico oltre che biologico, che si articola in due livelli: uno più esterno, duro e rigido rivolto verso il mondo esterno che fa da schermo agli stimoli e uno più interno, sottile e sensibile con una funzione ricettiva.
La pelle diventa nello stesso tempo pellicola e interfaccia, protezione e scambio. Anche Freud ha specificato: “l’Io deriva da sensazioni corporee, soprattutto da quelle che provengono dalla superficie del corpo” (1923).
Pensate che tale considerazione trova una conferma embriogenetica (lo so, è un nome complicato!), visto che il sistema nervoso è una derivazione del primitivo foglietto germinativo dell’ectoderma (anche io l’ho dovuto rileggere più volte!!). Insomma tante parolone per dire semplicemente che il contatto fisico è imprescindibile per il buon funzionamento psichico e per percepire la sensazione di esserci ed esistere in questa vita, ora.
Salve,
io adoro abbracciare ma (purtroppo ) in questo periodo e tutto limitato 🙁
articolo molto interessante grazie
In tutti questi limiti, si può trovare il modo, con un adattamento creativo, per non precluderci questo scambio, che oltretutto rafforza il sistema immunitario. Grazie
Non è semplice per tutti saper ricevere un abbraccio o darlo per primi.Specie quando c’è troppa differenza di statura e l’apparato olfattivo arriva giusto nelle fantastiche ascelle del destinatario..Toccare un gatto è salutifero..Peli a parte e graffi idem, il felino fa da ricettore alle nostre paturnie e ci vibra sopra con misteriose fusa rinvigorendo il miserabile corpo umano stanco.
Credo che il dialogo possa aiutare anche in questo caso, si può parlare in merito a tutte le cose, ad esempio se si desidera un abbraccio si può chiedere, anche se il desiderio fosse quello di darlo, esercitandoci tutti a “chiedere all’altro”, prima di dare una riposta, ipotizzata, frutto della nostra storia. Grazie